Frasi Romane

Quali sono le migliori frasi romane d’amore, divertenti, storiche e tipiche? Il romano o romanesco è una lingua antichissima che nasce ancora prima della stessa fondazione della città eterna. Questo dialetto subisce una profonda trasformazione  nel Rinascimento, quando l’antica Roma iniziò ad essere frequentata per lunghi periodi da noti personaggi toscani appartenenti al clero. Da quel momento in poi, il romanesco subì una profonda influenza del dialetto toscano, e proprio perché da quest’ultimo nasce la lingua italiana, anche il romano di oggi è facilmente comprensibile e non molto distante dall’italiano. L’unica zona di Roma dove si continuò a parlare il romano così detto ‘volgare’, rimase il Ghetto di Roma. I tratti tipici della lingua toscana è possibile leggerli per esempio nel raddoppiamento fonosintattico delle consonanti. Per questa ragione oggi il romano è considerato da molti una semplice ‘parlata’ e non un vero e proprio dialetto. L’influenza toscana ha fatto si che a differenza di tutti gli altri dialetti laziali, più simili al napoletano e con la cadenza simile a quelli del sud Italia, il romano odierno diventasse più accessibile e più facilmente comprensibile. Il romanesco rimane comunque una lingua che appartiene alla storia, è stato utilizzato in passato per la stesura di libri, per la produzione cinematografica, nella musica, per frasi e aforismi che oggi fanno parte del nostro patrimonio artistico e culturale. Un romano degno di questo nome non può non conoscere alcune frasi ed espressioni tipiche che appartengono alla tradizione. Nei prossimi paragrafi vedremo qualche frase romana originale, dei nuovi aforismi d’amore in romano, delle frasi divertenti in romano, ed infine vedremo alcune frasi tipiche e antiche e ne spiegheremo nel dettaglio il loro significato.

Nuovi aforismi romani d’amore

La parola Roma non è altro che l’anagramma del termine ‘amor’. Che questo sia un caso? Di certo Roma non è per antonomasia la città dell’amore e il romano non è la lingua più romantica al mondo, però la capitale e il suo dialetto si difendono bene. Quando si pensa ad una città o ad una lingua dell’amore, si fa subito riferimento a Parigi con la sua torre Eiffel, e al francese, lingua sensuale e ricca di sfumature. Anche Roma però pullula di luoghi romantici, perfetti per tutti gli innamorati. E’ il caso ad esempio dello Zodiaco dal quale ammirare una splendida panoramica della città, del Pincio, del Giardino degli Aranci, del roseto o del buco della serratura del cancello del Priorato dei Cavalieri di Malta, dal quale si più ammirare San Pietro come da nessun altro luogo. O ancora c’è Fontana di Trevi, dove poter esprimere un desiderio lanciando una moneta in acqua insieme al vostro lui o alla vostra lei; la romantica Piazza di Spagna; Piazza Venezia e molti altri luoghi. Allo stesso tempo anche il romano ha un tono romantico e in passato è stato utilizzato per poesie d’amore, canzoni d’amore e produzioni cinematografiche incentrate su una storia d’amore. Un esempio è la canzone ‘Sinnò me moro’, o anche ‘Roma non fa la stupida stasera’ tratta da Rugantino, ‘Roma Capoccia’, ‘Semo gente de borgata’, ‘Lella’ e ‘Ciumachella de Trastevere’, e molte altre.

Come si scriveva sull’antico giornale il Saggiatore, diretto e compilato da Achille Gennarelli e Paolo Mazio, la parola romanticismo deriva proprio dal romano.

Dunque il romanesco è un dialetto decisamente romantico, perfetto per frasi e aforismi sull’amore. In questo paragrafo vedremo dei nuovi aforismi d’amore in romano.

  • Quanno l’amore nun viene dal core è come magnà una minestra senza sale. Non sa de niente.
  • L’amore inizia quanno l’omo comincia a cantà e finisce quando comincia a piagne.
  • Mani calde è n’amorato, mani fredde è n’ammalato.
  • Quanno te penso me squaglio come un gelato ar sole.
  • L’amore me da la forza de andà avanti nel mezzo de sta brutta vita.
  • Me basta stringerti la mano pe capì quanto te amo.
  • De tutta Roma tu sei er monumento più spettacolare.
  • Questa città te ruba er core tanto quanto tu hai rubato er mio.
  • Guardame negli occhi e mostrame quanto me ami.
  • Sento er core che batte all’impazzata quanno te ho accanto.
  • Insieme potremmo girà tutto sto mondo e salì pure sulla luna.
  • L’amore è come la cipolla, più te avvicini e più te fa piagne.
  • Se voi piagne mattina e sera, basta che te n’amori de na donna.
  • Amà qualcuno vo dire amà prima se stessi.
  • Ama tanto la donna tua, come quanno ami tua madre mentre cucina er ragù.
  • Me so m’briacato de na donna l’altra sera, è stata la sbronza più potente de la vita mia.
  • Quanno er core nun vole sta fermo, nun metterte paura, nun è infarto è amore.
  • Quanno i miei occhi l’hanno vista venirme en contro mè mancata la terra sotto a li piedi.
  • Me so domandato che vol dì la parola amore, e l’ho capita quanno mi madre m’ha fatto la carbonara.
  • L’occhi de la n’annamurata mia me scardano er core e me riempiono le giornate.
  • Me so domandato come se vivesse senza te ne la vita mia, ma nun me so voluto risponde perché tu me illumini le giornate.

Le frasi romane più divertenti

Il romano è anche un dialetto perfetto per barzellette e frasi divertenti. Spesso dire una frase, esprimere un concetto o fare un affermazione in dialetto romano, piuttosto che in lingua Italiana, può fare la differenza. E’ una parlata dai toni forti e incisivi, che non fa troppi giri di parole ma va direttamente al punto. Con poche parole in romano si riesce ad esprimere un pensiero preciso che spesso è intraducibile in italiano o che non potrebbe rendere allo stesso modo. Un’espressione detta in romano spesso riesce a scatenare una risata, non tanto per il suo contenuto, quanto per il modo in cui viene detta una determinata cosa. Questa è la ragione per la quale da sempre sono state scritte frasi divertenti in romano. Sono stati scritti dei libri di barzellette in dialetto romanesco e molti comici la utilizzano come parlata per i loro spettacoli. Il romano, come molti altri dialetti, riesce quasi sempre a far spuntare un sorriso. In questo paragrafo vedremo alcune frasi nuove in romano molto divertenti, che potrete utilizzare per sorprendere e far ridere tutti i vostri amici.

  • Hai tanti orecchini che la tua faccia pare er centro de Roma, piena de buche.
  • L’ex fidanzato mio se prende cura de tutti l’animali, quanno incontra le cagne su la strada se le porta a casa.
  • Tutti me chiedono pecchè so ancora single, ma nun capiscono che me devono ringrazià. Lo faccio per non farli averce mi madre come socera.
  • A Natale li nonni, li zii e li parenti me chiedono come sta er fidanzato. Io rispondo che l’ho venduto pe na piotta e mezza.
  • L’omini se credono de averce er potere de comandà su la donna, ma se so scordati che ce sta una donna che li commannerà per tutta la vita: la loro madre.
  • Sei bona quanto le polpette d’abbacchio de mi nonna, no forse quelle so mejo.
  • Tra er core mio e er core tuo ce stanno solo li nostri corpi e du panze piene di spaghetti all’ammatriciana che li dividono.
  • Quanno m’ha lasciato m’è mancata l’aria sotto a li piedi. Come quanno Totti ha lasciato la Roma.
  • Dicono che quanno hai una cicatrice è segno che hai superato una difficoltà. Io dico che è segno che non sai guidà e te sei ammazzato pe strada.
  • Tutti che trovano l’amore, lavoro, na casa. Io non riesco a trovà manco le mutande pulite.

Aforismi romani tipici

Come abbiamo già detto in precedenza, il romano è parte integrante della storia e della cultura del nostro paese, tanto che basta fare una breve ricerca su internet per vedere quanti aforismi sono stati scritti nel tempo utilizzando questa parlata. Molte frasi, espressioni e modi di dire sono entrati a far parte del linguaggio quotidiano di ogni romano che si rispetti, ed oggi sono così famose da essere conosciute in tutta Italia. Sul web è possibile anche trovare una community dove al suo interno ci sono decine di aforismi romani della tradizione e non, e dove ognuno può inserire le proprie nuove frasi in romano ed esprimere le proprie idee. C’è anche un libro contenente degli originalissimi aforismi romani dal titolo: Fate ‘a carbonara nun fate ‘a guerra.

Alcune frasi sono così tanto utilizzate da essere diventate dei veri e propri modi di dire tipici. Molti di questi aforismi sono utilizzati come stampe per le magliette, scritte sulle tazze per la colazione, sui quaderni, sulle penne, sui diari e sui borsellini della scuola. Insomma gli aforismi romani sono oggi una vera e propria moda. In questo paragrafo vedremo alcune frasi tipiche romane e ne spiegheremo nel dettaglio il loro significato.

  • Quanno la bocca magna e er cu** renne, in cu** alle medicine e a chi le venne.

La traduzione letterale di questo antico proverbio romano è che quando c’è la fame e l’intestino funziona bene si può anche fare a meno delle medicine e anche di coloro che le vendono, quali farmacisti o medici. E’ un aforisma tipico romano molto antico che intende sottolineare quali sono le cose essenziali della vita: ovvero mangiare e la salute del proprio corpo. Spesso nel corso della nostra esistenza ci preoccupiamo delle cose più futili come il denaro, avere la bella macchina, i soldi per fare grandi viaggi, per vestirci sempre alla moda e comprare scarpe, orologi e borse super lussuose. Con questa frase, il dialetto romano ci riporta a quella che è la realtà dei fatti, alle cose essenziali e a ciò che serve davvero per vivere bene. Questo aforisma intende spiegare che i soldi sono necessari ma per riuscire a mangiare (Quanno la bocca magna) e per non vivere di stenti e rinunce. L’altro secondo aspetto è la salute (er cu** renne) perché un intestino che funziona bene è sinonimo di un corpo in parte sano che si nutre di alimenti corretti. La terza spiegazione che possiamo estrapolare da questa frase riguarda l’industria farmaceutica e il fatto che troppo spesso la gente tende ad assumere medicine per delle sciocchezze. L’aforisma sottolinea il fatto che quando si sta bene e quando non è strettamente necessario, si deve cercare di limitare i farmaci e non fare come chi per un leggero mal di testa prende subito una pillola (in cu** alle medicine e a chi le venne). E’ una frase nella quale vengono utilizzate delle parole forti e tendenti al volgare, ma è molto incisiva e rende bene l’idea come la maggior parte delle frasi in romanesco.

  • Er punto è, che er sorriso che m’hai tirato fori te nun sapevo manco de avercelo.

Questa frase tipica in romano ha come tema l’amore o comunque una forte simpatia di tipo sentimentale per un lui o per una lei. Testualmente la traduzione è: il punto è che il sorriso che mi hai tirato fuori tu non sapevo nemmeno di averlo. Il sorriso, come gli occhi, sono gli strumenti attraverso i quali riusciamo ad esprimerci senza necessariamente dover aprir bocca. Sono anche delle armi a doppio taglio perché ci possono tradire e far trasparire un sentimento che nel profondo del nostro cuore nutriamo ma vorremo nascondere. Capita che arriva quella persona in grado di cambiarci la vita e farci scoprire cose di noi che nemmeno sapevamo esistessero, come nel caso di questa frase. Il soggetto non sapeva nemmeno di poter sorridere in quel determinato modo, ma l’incontro con una persona speciale ha scatenato in lui qualcosa di magico e irripetibile. Spesso le persone riescono a tirare fuori le parti più nascoste di noi e questa frase tipica romana esprime perfettamente questo concetto.

  • Fa’ der bene all’asini che ce ricevi i carci in panza.

Secondo questo antico detto romano, ci sono persone che non riescono ad apprezzare il bene che gli fai perché non sanno riconoscerlo. La riconoscenza è un sentimento spontaneo che nasce o che dovrebbe nascere nel momento in cui qualcuno fa un bel gesto nei nostri confronti. Non si tratta per forza di un gesto materiale quale un regalo e del denaro, ma anche di un abbraccio, un favore o di una qualsiasi forma di gentilezza. Solitamente chi riceve il gesto nutre una certa gratitudine e tende a ricambiare le attenzioni ricevute. C’è chi però (l’asini, gli stupidi) nonostante riceva un qualcosa non riesce ad esserne riconoscente e ignora quel gesto benevolo, o peggio ancora compie un’azione cattiva nei confronti del benefattore (ricevi i carci in panza). Quest’antica frase tipica sta ad indicare il fatto che non sempre tutti sono capaci di apprezzare quello che viene fatto per loro, che spesso la gente è irriconoscente e che capita che più bene si fa ad una persona più si ricevono delle sofferenze e delle delusioni. Mai contare troppo sulle persone e mai donarsi completamente perché si potrebbe rimanere davvero delusi.

Le più antiche frasi romane

Ci sono frasi romane così antiche che oggi i giovani nemmeno conoscono. I romani più anziani però padroneggiano alla perfezione il loro antichissimo dialetto ed hanno ben impressi nella loro memoria dei detti e delle frasi antichissime che risultano attuali ancora oggi. La bellezza di alcuni vecchi proverbi o di certe espressioni antiche è proprio il fatto che nonostante appartengono ad un mondo oggi molto distante dal nostro, riescono ad essere perfettamente attuali e ad esprimere dei concetti molto meglio di come riusciamo a fare noi con il linguaggio odierno. Alcune frasi in romano ad una prima lettura potrebbero sembrare incomprensibili o poco accessibili, soprattutto a causa del fatto che il romanesco degli anni ha subito diverse trasformazioni nel linguaggio sia scritto che parlato. Queste frasi però, se ben spiegate, risultano profonde e ricche di contenuto. In questo paragrafo vedremo alcune delle più antiche frasi romane e ne spiegheremo nello specifico il loro più intimo significato.

  • L’asino quanno raja, cià appitito; l’omo, quanno gira, è innamorato; la donna quanno canta, vò marito.

La traduzione testuale di quest’antica frase romana è: quanto l’asinoraglia vuol dire che ha fame, quando un uomo gira (danza, va in giro) vuol dire che è innamorato, quando una donna canta vuol dire che è in cerca di un uomo da sposare. A dimostrazione che un animale come un asino ha fame, quest’ultimo inizia a fare il proprio verso per attirare l’attenzione di colui (il padrone) che può dargli da mangiare. La caratteristica di un uomo innamorato è che dimostra la sua felicità danzando o raggiungendo l’amata ovunque essa sia. La donna che è in cerca di marito prova ad attirare l’attenzione dell’uomo e in questa frase tale comportamento è espresso con il termine ‘canta’. Il fatto che la donna canti sta ad indicare che cerca di attirare l’attenzione in qualsiasi modo: facendosi bella, inserendosi in un discorso, facendosi semplicemente vedere. In tutti e tre i casi, sia che si tratti della donna, dell’uomo o dell’asino, quest’antica frase romana vuole significare che chiunque per raggiungere uno scopo deve parlare o dimostrare in qualsiasi modo la sua volontà. Stando in silenzio l’asino non mangerebbe perché il suo proprietario non si accorgerebbe della fame che ha; se l’uomo non raggiungesse la sua donna non avrebbe modo di starle a fianco, se la donna non si mettesse in mostra e restasse chiusa nella sua stanza, non riuscirebbe a trovare marito. Quest’antica frase romana esprime ciò che accadeva in passato, ma che anche un realtà attuale.

  • Dentro ‘a bbotte piccola ce sta er vino bono, ma ‘n quella grossa ce ne sta ‘de più.

Quest’antica frase romana deriva da un modo di dire ancora più datato che viene ripreso nella prima parte del detto (Dentro ‘a bbotte piccola ce sta er vino bono). La condizione per la quale dentro la botte piccola c’è il vino più buono mette in luce che non per forza il fatto che l’involucro di una determinata cosa è bello, è sinonimo che al suo interno troveremo un oggetto meraviglioso. Ci sono alimenti molto buoni che sono confezionati in contenitori che li rendono meno appetitosi, libri coinvolgenti con copertine per le quali non spenderemmo nemmeno un euro e così via. Lo stesso concetto  vale per le persone che non vanno giudicate dal loro aspetto fisico, da come vestono o da ciò che possiedono, ma da ciò che hanno dentro e dal loro modo di approcciarsi alla vita. Solitamente il vino nella botte piccola è più buono perché si conserva meglio, e questa frase e spesso utilizzata per le donne più basse e minute. La seconda parte dell’antico detto romano recita: ma ‘n quella grossa ce ne sta ‘de più. Letteralmente vuole dire: nella botte più grande ne entra di più. A discapito della qualità molti preferiscono la quantità, questo vale per il cibo, per il vino, per i capi di abbigliamento, ma anche per le persone. C’è chi preferisce avere tanti conoscenti piuttosto di pochi veri amici, chi svolge diverse attività invece di farne solo una ma al meglio, chi sceglie di mangiare in trattoria perché avrà porzioni più abbondanti di un ristorante gourmet, anche se i piatti saranno meno ricercati. Questa frase esprime esattamente questo concetto: meglio la quantità della qualità.

  • Rigala émmorto, Donato sta ppe’ mmorì, Tranquillo se lo so’ ngroppato e Pazienza sta ar gabbio.

Letteralmente il significato di quest’antica frase romana è: Regalo è morto, Donato sta per morire, Tranquillo lo hanno fatto fesso e la pazienza è chiusa in prigione. Questo modo di dire esprime una condizione di rassegnazione e malessere. Rigala, Donato, Tranquillo e Pazienza sono tutti termini che presi singolarmente sono positivi, ma vengono usati all’interno di questa frase come se fossero delle persone che hanno subito delle disgrazie e stanno vivendo una situazione spiacevole come ad esempio la prigione. Questa antica frase tipica romana sta ad indicare che spesso sono proprio i più buoni, coloro che sono pazienti, tranquilli e comprensivi a subire delle vere e proprie ingiustizie dalla vita. C’è chi muore, chi sta per morire, chi viene preso in giro da chi lo circonda e chi viene chiuso in prigione senza aver commesso alcun reato. Inoltre questo aforisma veniva spesso utilizzato in passato per indicare una situazione nella quale ogni cosa stava andando per il verso sbagliato e dove non c’era più niente da fare per sistemare le cose. Oggi come un tempo la frase viene utilizzata allo stesso modo, soprattutto dalle vecchie generazioni romane.