Frasi di Oriana Fallaci

Oriana Fallaci (1929 – 2006) è stata una delle più note ed amate giornaliste e scrittrici italiane del Dopoguerra. Reporter in zone di guerra, opinionista sulle principali testate e riviste nazionali, intervistatrice incalzante ed autrice di molti romanzi in cui ha esplorato il sentire delle donne (la maternità, l’aborto, i rapporti uomo-donna), con tutti i lancinanti conflitti interiori e sociali che hanno contraddistinto il cammino per l’emancipazione femminile del secondo ‘900, negli ultimi anni di vita, trascorsi negli U.S.A., ha composto saggi polemici e molto duri nei confronti del terrorismo di matrice islamica e della crisi dei valori occidentali imperniati sul cristianesimo. Di seguito proponiamo alcuni aforismi dell’autrice toscana tra i più celebri, accanto ad altri dedicati all’amore e alle donne.

Le frasi più celebri di Oriana Fallaci

Perché quasi niente quanto la guerra, e niente quanto una guerra ingiusta, frantuma la  dignità dell’uomo.

La guerra, esperienza vissuta in prima persona dalla Fallaci sia da ragazza, durante la seconda Guerra Mondiale, che da adulta, in qualità di reporter in zone di conflitto (in particolare in Vietnam), è un’esperienza dall’impatto devastante sulla vita delle persone che ne sono colpite negli affetti e in modo diretto. Ogni guerra è perciò necessariamente crudele e distruttiva, forzando gli uomini e le donne a mettere sovente da parte la propria umanità e dignità in nome della sopravvivenza. Ma quando una guerra, oltre che terribile è ingiusta, senza scopo, manovrata politicamente e non mirata al raggiungimento della libertà dei popoli che la subiscono, allora tale conflitto è ancor più disastroso e compromette per sempre l’integrità umana e personale sia delle vittime che dei carnefici.

La Libertà scissa dalla Giustizia è una mezza libertà, difendere la libertà e basta è un’offesa alla Giustizia.

La Giustizia è uno dei due cardini fondamentali delle società democratiche, assieme alla Libertà. L’una non può esistere senza l’altra e le loro essenze sono complementari: rivendicare il primato dell’una sull’altra è insensato, così come difendere l’esistenza di una a scapito dell’altra. La sola libertà non garantisce la giustizia, che sovente potrebbe esserne scavalcata. La giustizia è uno strumento umano che, per quanto fallace, mira in prima istanza all’uguaglianza e ad assicurare l’integrità della dignità dei singoli davanti all’imperio della libertà individuale. La giustizia costituisce il limite fondamentale della libertà, ciò che le dà un senso nella società civile. Per contro, la libertà assicura l’esercizio equo e corretto della giustizia.

Cultura significa anzitutto creare una coscienza civile, fare in modo che chi studia sia consapevole della dignità. L’uomo di cultura deve reagire a tutto ciò che è un’offesa alla sua dignità, alla sua coscienza. Altrimenti la cultura non serve a nulla.

Il sapere e la cultura, intesa come insieme delle conoscenze e delle tradizioni che identificano un popolo, sono strumenti necessari al progresso civile ma anche politico delle nazioni. La cultura vissuta ed intesa come pura erudizione e non posta a servizio della collettività, come strumento di comprensione ed interpretazione della realtà che miri a fornire strategie per migliorarla e cambiarla, è uno sterile esercizio di stile che non produce alcuna ripercussione concreta nella vita dei cittadini e della nazione. Una cultura che sia invece militante ed implicata alla vita dei cittadini sarà sempre al servizio dei più deboli. Il dovere dell’intellettuale è quello di lottare, con i propri mezzi culturali che sono superiori alla media, affinché i soprusi vengano eliminati e la tutela della dignità di tutti i cittadini sia messa davanti ad ogni altra istanza.

Il niente è da preferirsi al soffrire? Io perfino nelle pause in cui piango sui miei fallimenti, le mie delusioni, i miei strazi, concludo che soffrire sia da preferirsi al niente.

Il nulla è un concetto che sgomenta e spaventa gli esseri umani; esso è percepito come fine del tutto, non esistenza, morte, in certo qual senso. La sofferenza, per quanto lancinante, spiacevole, straziante è secondo Oriana Fallaci da preferire al nulla, all’atarassia e all’aponia, alla mancanza di emozioni e sollecitazioni dal profondo di sé e dal mondo esterno. Il dolore, in qualche modo, ci pone in relazione con il nostro mondo interiore, con il nostro sentire e ci immette nuovamente nel flusso della vita.

Ogni persona libera, ogni giornalista libero, deve essere pronto a riconoscere la verità ovunque essa sia. E se non lo fa è nell’ordine: un imbecille, un disonesto, un fanatico.

Questo aforisma è una sorta di manifesto della pratica giornalistica di Oriana Fallaci, che ha dedicato tutta la sua carriera di cronista ed editorialista alla ricerca della verità celata dietro ai fatti raccontati ed indagati. Questo è infatti il preciso dovere di ogni giornalista: inseguire la verità ad ogni costo, anche quando il prezzo da pagare è molto alto e può coincidere con la propria vita. Il giornalista che non persegue questo fine, questo dovere civile e morale verso i lettori e verso la società, è un codardo, uno stupido – poiché non comprende il senso profondo del mestiere che ha scelto –  o un manipolatore interessato.

La storia dell’Uomo è anzitutto e soprattutto una storia di coraggio: la prova che senza il coraggio non fai nulla, che se non hai coraggio nemmeno l’intelligenza ti serve.

Il coraggio è lo slancio propulsore che induce gli uomini e le donne a superare sé stessi, i propri limiti, le proprie paure per continuare a lottare in nome di ciò in cui si crede, a dispetto di condizioni avverse, minacce, insicurezze del percorso. L’intelligenza, anche la più brillante, se non è sostenuta dal coraggio, non consente alle persone di affrontare le sfide più ardue, di progredire, di intraprendere nuove conquiste fondamentali per sé e, talvolta, per l’umanità tutta.

Ho sempre amato la vita. Chi ama la vita non riesce mai ad adeguarsi, subire, farsi comandare.

Oriana Fallaci dichiara in questo aforisma il suo grande amore per la vita, che, anche nelle difficoltà e nei dolori che la costellano, è sempre e comunque degna di essere vissuta, proprio perché dono ed occasione irripetibile. L’amore per la vita, inteso come slancio vitale e desiderio di vivere nonostante le difficoltà è intrinseco al coraggio: chi è pervaso di questa vitalità, di questa passione e forza è indomito, non scenderà mai a compromessi né potrà essere sottomesso e dominato. L’amore per la vita è quindi congenito alla libertà, vissuta in forma radicale ed assoluta, senza compromessi né adattamenti a volontà altre dalla propria.

Aforismi di Oriana Fallaci sull’amore

La vita ha quattro sensi: amare, soffrire, lottare e vincere. Chi ama soffre, chi soffre lotta, chi lotta vince. Ama molto, soffri poco, lotta tanto, vinci sempre

In questo aforisma Oriana Fallaci precipita in poche righe la sua concezione della vita, che si articola in quattro movimenti, che si implicano a vicenda. L’amore è l’impulso fondamentale dell’esistenza, il sentimento che la sostanzia e la fa progredire. Esso sovente implica il dolore e il sacrificio, la sofferenza, che, seppur connotata negativamente, è pur sempre sentimento vitale, propedeutico ad una rinascita che avviene attraverso la lotta, contro sé stessi ma anche contro le ingiustizie del mondo. Il destino di colui che lotta è sempre e comunque la vittoria, anche in caso di sconfitta, poiché la lotta è espressione di forza vitale, superamento, atto d’amore. La sintesi di una vita perfetta è quindi quella che prevede l’amare molto, soffrendo il meno possibile pur senza arrendersi mai, lottando, quindi, verso una vittoria assicurata: l’aver vissuto secondo coscienza e amore.

È la vita. A volte credi che due occhi ti guardino e invece non ti vedono neanche. A volte credi d’aver trovato qualcuno che cercavi e invece non hai trovato nessuno. Succede. E se non succede, è un miracolo. Ma i miracoli non durano mai.

Questo aforisma esprime una concezione dolente e disillusa dell’amore: molte persone vivono sperando in un incontro importante, in un amore che possa essere contraccambiato e nel quale, amando, sentirsi riconosciute e vive. Spesso il miracolo d’amore è però illusorio, vano: un incontro che si credeva importante può rivelarsi un buco nell’acqua. I miracoli non esistono, infatti. O per lo meno non si verificano spesso. Naturale è quindi sperimentare la delusione in amore – non resta che farci l’abitudine, non fantasticare troppo ma nemmeno smettere di sperare.

Tra un uomo e una donna ciò che chiamano amore è una stagione. E se al suo sbocciare questa stagione è una festa di verde, al suo appassire è solo un mucchio di foglie marce.

Anche questo aforisma lascia intravedere una concezione cinica e disillusa dei rapporti tra uomo e donna: ogni amore, nella fase iniziale, sembra ricco di promesse e di felicità, travolgente e dominato dall’intensità. Ma la stagione di autentico rapimento amoroso e passione è spesso fugace e come una primavera precoce e rigogliosa appassisce in fretta con l’arrivo dell’autunno. L’amore tramonta e lascia dietro sé solo cocci, speranze infrante, promesse non mantenute, progetti di vita naufragati, amarezza e delusione.

Anche un’avventura sentimentale è amore, comunque un impegno amoroso, un temporaneo legame in contrasto con la tua libertà.

L’amore è sempre tale, anche quando sperimentato e consumato in un lasso di tempo breve ma intenso, che non prevede necessariamente orizzonti a lungo termine. L’amore, in quanto momentanea sospensione della propria assoluta libertà personale in favore dell’accoglienza di un’altra persona, con la quale negoziare l’esercizio delle rispettive libertà, è sempre autentico quando messo in atto; la durata temporale di una storia non pregiudica la sincerità e l’essenza del sentimento.

Amare a vuoto è peccato mortale e regalarsi a qualcuno è delitto”.

L’amore donato con assoluta gratuità, senza pretendere nulla in cambio, è per Oriana Fallaci un delitto, un peccato “mortale”, un attentato alla dignità personale: l’amore deve pretendere amore in cambio. Annullarsi in nome dell’amore verso qualcuno che non lo corrisponde distrugge colui che ama e si mette completamente a nudo davanti a chi non vuole o non può accettare quell’amore o peggio lo prende senza mettersi in gioco. In amore, in qualche modo, è necessario essere egoisti per non sprecare il proprio slancio vitale a vuoto.

La morte di un amore è come la morte d’una persona amata. Lascia lo stesso strazio, lo stesso vuoto, lo stesso rifiuto di rassegnarti a quel vuoto. Perfino se l’hai attesa, causata, voluta per autodifesa o buonsenso o bisogno di libertà, quando arriva ti senti invalido. Mutilato.

La fine di un amore, metaforicamente identificabile con la morte, è un sentimento straziante, che lascia svuotati ed increduli, perfino quando si è scelto di chiudere una storia nella quale non si trovava più ciò di cui si aveva bisogno. Il separarsi da una persona che si è un tempo amata e alla quale si è legati intimamente, anche al di là della relazione d’amore, è come vivere un lutto, abituarsi ad una assenza, convivere per il resto della vita con una mancanza.

L’amore da una parte sola non basta, Giò. Le tue sono fantasie da masochista. Non si regala l’anima a chi non è disposto a regalare la sua. Chi non fa regali, non apprezza i regali. Tu cerchi Iddio in terra, e sei disposta a qualsiasi menzogna pur di inventarlo. Ma Iddio non si inventa e neppure l’amore. L’amore è un dialogo, non un monologo.

Anche in questo aforisma Oriana Fallaci ribadisce che l’amore unilaterale è eticamente scorretto. Fare dono di sé a una persona che non è disposta ad accoglierlo o che intende solo approfittarne per il proprio piacere e compiacimento, squalifica umanamente chi decide di amare “a gratis”. L’amore, ci dice Fallaci, è un dialogo, un legame fatto di scambio, di condivisione, di scontro nel quale è necessario che entrambe le parti della coppia di mettano in gioco, al di là di egoismi e idealizzazioni. Non si ama da soli, ma sempre in due.

La felicità è una lacrima che inaspettatamente ti scivola giù per la guancia mentre sussurri: sono stato tanto solo. Non voglio stare più solo. Giura che non mi lascerai mai.

La felicità che scaturisce dalla constatazione di stare vivendo un amore vero è tanto maggiore quanto più quell’incontro è stato atteso e desiderato, passando attraverso una grande solitudine. L’amore autentico è quindi la fine della solitudine: il cuore che si apre alla vita a due, alla condivisione, al dialogo, alla corrispondenza. Chiunque lo provi spera che ciò non abbia mai fine e che la persona amata resti sempre al proprio fianco.

Frasi sulle donne di Oriana Fallaci

La rivoluzione più grande è, in un paese, quella che cambia le donne e il loro sistema di vita. Non si può fare la rivoluzione senza le donne. Forse le donne sono fisicamente più deboli ma moralmente hanno una forza cento volte più grande.

In ogni paese le più profonde rivoluzioni sociali sono passate attraverso l’emancipazione e le conquiste femminili: dal voto ai diritti civili. Le donne sono una componente essenziale della società ed essa non potrà dirsi libera finché non sarà raggiunta la piena eguaglianza. Nessuna società può permettersi di essere divisa: uomini e donne devono lottare assieme per le libertà di tutti i cittadini. Le donne possono contare su una forza morale enorme che compensa quella fisica e che permette loro di confrontarsi direttamente sul “campo di battaglia” dei diritti e dei doveri con gli uomini.

Essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede tale coraggio, una sfida che non annoia mai. Avrai tante cose da intraprendere se nascerai donna. Per incominciare, avrai da batterti per sostenere che se Dio esiste potrebbe anche essere una vecchia coi capelli bianchi o una bella ragazza.

In un mondo dominato dalla cultura patriarcale, nascere donna è un’avventura: ogni giorno dovrà essere conquistato, ogni traguardo raggiunto con fatica. Sarà arduo non farsi condizionare, non accettare norme che da tutti sembrano condivise, anche quando ingiuste e discriminanti. Ogni donna deve trovare il proprio posto nel mondo e il proprio modo di stare nel mondo, in libertà, senza costrizioni sociali. Scoprirsi nel profondo, conoscersi, viversi è la più grande avventura che una donna può sperimentare, per mettere a fuoco la propria diversità e la propria forza rispetto allo sguardo e al pensiero maschile, ancora dominante.

Se nascerai uomo non dovrai temere d’essere violentato nel buio di una strada. Non dovrai servirti di un bel viso per essere accettato al primo sguardo, di un bel corpo per nascondere la tua intelligenza. Non subirai giudizi malvagi quando dormirai con chi ti piace.

Direttamente connesso all’aforisma di prima, questo pensiero di Oriana Fallaci tematizza i condizionamenti e il giudizio sociale e morale che grava sulle donne ancora oggi: la parità insomma, è stata raggiunta solo in modo formale e sono ancora molti e gravi i pregiudizi sessisti che pendono sul capo delle donne che vogliano vivere in libertà il loro essere persone. Libertà sessuale, pari accesso al lavoro e alla carriera, pressioni sull’aspetto fisico sono ancora temi controversi: la lotta delle donne per sradicare pregiudizi ed ingiustizie sociali è ancora lunga ma le donne non si arrendono tanto facilmente.

Le donne non sono una fauna speciale e non capisco per quale ragione esse debbano costituire, specialmente sui giornali, un argomento a parte: come lo sport, la politica e il bollettino meteorologico.”

Spesso la nostra società reifica, oggettifica le donne in modo più o meno esplicito: dalle copertine delle riviste alle pubblicità con modelle seminude – in cui la donna è solo corpo e oggetto decorativo al servizio del messaggio – a forme più subdole della comunicazione, come le rubriche editoriali o le sezioni di riviste e giornali e programmi tv dedicati alle “donne”, derubricate a mero argomento di futili conversazioni. Proviamo a immaginare la stessa cosa sostituendo la parola “uomini”: non è ridicola?

Esser uomo, non significa avere una coda davanti significa: essere una persona. E innanzitutto, a me interessa che tu sia una persona. È una parola stupenda. La parola persona, perché non pone limiti a un uomo o una donna, non traccia frontiere tra chi la coda ce l’ha e chi non ce l’ha.

La differenza tra uomo e donna, ovviamente di natura biologica, decade però immediatamente davanti al concetto di persona, introdotto a gran forza dall’Illuminismo francese. La differenza sessuale, sociale, razziale non ha ragion d’essere davanti al riconoscimento degli esseri umani come “persone”, dotate di pari dignità, diritti e doveri che rendono possibile e tutelano la loro vita in uno stato democratico. Infine, il concetto di persona esprime la vera e più profonda essenza, al di là delle definizioni giuridiche, dell’essere umano, il sentire più autentico, ciò che ci distingue dagli animali e ci rende pensanti e senzienti ad un tempo.